21-25 MAR – SALAR DE UYUNI

AVVENTURA NEL SALAR DE UYUNI, IL “MARE DI SALE” BOLIVIANO

PAESAGGI INASPETTATI E IMPREVISTI DEL PERCORSO: UN INIZIO DI BOLIVIA ADRENALINICO

Eccoci in Bolivia!!
La nostra prima tappa è Tupiza, una cittadina a soli 90km dalla frontiera Argentina e da cui ci organizziamo per fare un’escursione di quattro giorni nei pressi e all’interno del Salar di Uyuni, il “mare di sale” boliviano.
Che esperienza!
Quattro giorni e tre notti in jeep 4×4 in compagnia di Cristobal, nostro autista e guida, Noemi, sua assistente e cuoca, e una coppia di giovani francesi, Charlotte e Jean Pierre, con cui si è subito creata una bellissima intesa. Quattro giorni in cui abbiamo attraversato paesaggi incredibili, mangiato ottimo cibo boliviano e condiviso tante chiacchiere e risate. Quattro giorni in cui abbiamo toccato con mano una Bolivia vera, ai confini del mondo eppure oggigiorno grazie al turismo raggiungibile da sempre più persone. Villaggi nel deserto, dove non arriva corrente elettrica e la gente vive di allevamento di lama o coltivazione di quinoa..ma dove non manca di arrivare, inesorabile, la globalizzazione. Un esempio che fa sorridere : la prima sera stavamo cenando nel nostro umile alloggio quando entra un bambino con un flauto di Pan (in plastica) che richiama la nostra attenzione chiedendo un contributo per l’acquisto del suo materiale scolastico in cambio di un po’ di musica. E indovinate cosa ci suona? Despacito, ovviamente!!
Le giornate erano lunghe e ricche di panorami mai visti. Per questo la selezione fotografica è stata molto difficile questa volta. Abbiamo deciso di creare uno slideshow per ogni giornata, e siamo certi che spizzicando in ciascuno di questi potrete perdervi un po’ e sorridere allo sguardo simpatico di un lama, al volo di un fenicottero, al fumo di un geiser o all’acqua limpida di terme naturali alle soglie di una laguna. Ma non è finita qui….(segue dopo le foto!)

GIORNO 1

  • TUPIZA

GIORNO 2 

GIORNO 3 

INCASTRATI NEL SALAR! I SEGRETI DELLA JEEP BOLIVIANA…

Ma non è finita qui! Anche stavolta ho lasciato per ultima la ciliegina sulla torta. Premessa: il tour prevedeva nei primi tre giorni l’esplorazione degli altipiani e del parco nazionale a sud del Salar e al quarto giorno l’ingresso nell’immensa distesa di sale. Fino all’ultimo però non si sapeva se saremmo potuti entrare al Salar dal lato, opzione molto più raccomandabile e suggestiva, oppure più brevemente dalla cittadina di Uyuni, senza attraversarlo tutto ma solo facendo un piccolo avanti e indietro. La condizione che avrebbe potuto impedire l’accesso dal lato era la presenza nella parte iniziale di molta acqua, sedimentatasi durante la stagione delle piogge (da dicembre a marzo) e non ancora andata via.
Dopo essersi consultato con alcuni colleghi e guide di altre agenzie, Cristobal decide di tentare l’ingresso dal lato, per la prima volta dopo due mesi di rinunce. Evviva!
La terza notte, nell’alloggio fatto di sale ai bordi del salar siamo gli unici! E in totale sono solo cinque le jeep che hanno deciso di tentare questa strada. Si parte presto, verso le 5:30 del mattino, per poter osservare l’alba dal centro del salar. È ancora tutto buio. Arriviamo all’igresso del salar e la terra inizia ad essere coperta da uno strato d’acqua dalla profondità ancora indefinita. Aspettiamo due altre jeep e insieme gli autisti decidono da quale punto tentare l’accesso. Si parte! È una scena surreale: tre jeep che galleggiano e scivolano avanzando su una distesa di acqua buia che arriva a coprire almeno metà delle ruote. Siamo gli ultimi della fila. Partiamo bene ma ad un certo punto la jeep inizia a scivolare sul terreno morbido e instabile  e in pochi secondi siamo fermi  con la ruota posteriore incastrata nel sale. Scendiamo scalzi nell’acqua gelida e con i granelli di sale che ci bucano le piante dei piedi per cercare di spingere il mezzo da dietro. Niente da fare, solo peggio, perché la ruota affonda ancora di più. Ma come mai le due ruote davanti non girano? Ci domandiamo noi. La jeep è un 4×4 , no? Ebbene, no. Sebbene ci fosse stata presentata come tale, Noemi ci confessa che il proprietario della jeep ha tolto l’autobloccante 4×4 per risparmiare benzina. Bene! Cristobal chiama aiuto e una delle jeep amiche torna indietro.  Provano a tirarci con una corda ma non è sufficiente. Così tornano verso il primo paesino e recuperano un palo di legno di più di 2 metri. Con questo, usando come perno una bombola di gas, facciamo leva per riuscire a sollevare la ruota e incastrare davanti e dietro delle grosse pietre piatte, perché la jeep possa procedere. Con un po’ di fatica e un principio di congelamento ai piedi…ce la facciamo! Riusciamo a liberarci e a procedere fino alla zona asciutta, dove finalmente possiamo fare colazione, scaldarci al sole e scattare una serie di foto stupide presi dall’euforia e dall’adrenalina di essere reduci da un’avventura che solo noi avevamo vissuto! In fondo ci sentivamo dei privilegiati, gli unici che hanno potuto vivere il salar autentico, con le sue difficoltà e pericolosità oltre che le sue bellezze.
Il resto della giornata procede liscio e tranquillo, con quel pizzico di intimità in più che si crea tra le persone dopo aver vissuto e risolto insieme un disagio.
Così sorridendo arriviamo a Uyuni, prendiamo alloggio e ci organizziamo per il prossimo spostamento: domattina si parte alla volta di Potosì!

L’INCIDENTE NEL SALAR!