I VILLAGGI AI PIEDI DELLA CORDILLERA BLANCA
UN VIAGGIO NELLE PRIME MISSIONI DELL’OPERAZIONE MATO GROSSO
Da Lima ci siamo trasferiti a Huaraz, capoluogo della regione dell’Ancash, ai piedi della Cordillera Blanca, imponente e degna ospite del parco nazionale Huascaran, padrone dell’omonima montagna, la vetta tropicale più alta del mondo. In questa zona trascorreremo circa tre settimane, tra visita a missioni del Mato Grosso, escursioni montane e volontariato nel bellissimo rifugio Ishinca. E così ho potuto finalmente spuntare un altro “Da Fare” che mi ero preposta prima di partire per questo lungo viaggio: ripercorrere alcuni dei luoghi dove erano stati i miei genitori più di trent’anni fa, e di cui tanto avevo sentito parlare!
La mancanza di connessione internet ci ha obbligato a ritardare un poco l’aggiornamento del nostro blog, ma come sempre cercheremo di proporvi una sintesi il più efficace possibile.
HUARAZ
Nella città di Huaraz, dove il sole brucia gli occhi e dove esistono ancora gli “scribani” che per strada battono a macchina testi per chi non sa scrivere o non ha un computer per farlo, trascorriamo solo un paio di giorni. Ci acclimatiamo nuovamente all’alta quota facendo una piccola escursione alla laguna di Wilcacocha, un piccolo laghetto in mezzo al verde da cui si può osservare tutta la Cordillera. Purtroppo c’era qualche nuvola a coprire le vette…ma il panorama era comunque dolce e piacevole!
SAN LUIS E L’AUTENTICO FOLKLORE DELLA SIERRA PERUVIANA
Da Huaraz ci siamo spostati a San Luis, paesino montano nella cui missione del Mato Grosso lavora attualmente Silvio Tonelli, originario di Gandino e di cui avevamo ricevuto il contatto dall’Italia. Silvio si è subito reso disponibile ad ospitarci e ci ha da subito coinvolto nelle sue attività con la sua simpatia e la sua vivace parlantina. La strada per raggiungere il paese è uno spettacolo : si valica un passo a 4500mt passando per un tunnel chiamato giustamente “Punta Olimpica” e si passa proprio dietro al Huascaran, che, imponente, sembra caderti addosso. A San Luis ci fermiamo, tra una cosa e l’altra, una settimana e qui abbiamo la fortuna, oltre che di visitare le varie attività svolte dai volontari del Mato Grosso, nella stessa San Luis o in paesi vicini, anche di assistere ad alcune importanti manifestazioni religiose e civili che cadevano proprio nei giorni della nostra permanenza.
E così abbiamo visitato, tra le altre cose, la stalla di Huacacocha, un alpeggio con produzione di formaggi gestito da Cesare, originario di Valcanale, e da un gruppo di giovani oratoriani ora membri di questa cooperativa.
Abbiamo poi trascorso una mattinata alla “Casa dei Danielitos” , una casa di accoglienza per ragazzi con disabilità costruita in memoria di Padre Daniele, assassinato proprio a San Luis una ventina d’anni fa. Qui ragazzi con disabilità gravi e situazioni familiari difficili vengono ospitati giorno e notte per tutto l’anno senza spesa alcuna per le famiglie.
Osservare e toccare con mano queste e altre situazioni di forte impegno sociale fa pensare tanto e fa venire voglia anche a noi di potersi impegnare in modo diverso e più prolungato. Fa salire un po’ il desiderio di ritornare in qualche modo ad essere attori diretti e non più solo spettatori di passaggio.
Oltre a questo, come anticipavo, abbiamo avuto la fortuna di assistere, tutto nella stessa settimana, alle manifestazioni legate alla fine del mese di maggio, al Corpus Domini e al 35° anniversario della fondazione della provincia di Carlos Fermín Fitzcarrald. Un susseguirsi di processioni, sfilate, balli e concerti a non finire, in cui ci siamo sentiti davvero nel cuore del folklore peruviano e di cui le foto danno autentica testimonianza.
Particolarmente interessante è stata la manifestazione legata alla celebrazione del Corpus Domini. Per questa occasione infatti tutti gli oratori legati alla parrocchia di San Luis si lanciano in una campagna di raccolta di migliaia di petali di diversi colori con cui poi, la domenica mattina nella piazza centrale, compongono delle gigantesche “alfombras” , ossia disegni relazionati col tema religioso in questione e realizzati appunto con petali di fiore.Un vero e proprio “fiorire” di colori e di profumi che dura giusto il tempo della processione, per poi svanire in mucchi di petali sparsi e disordinati su cui donne e bambini si lanciano per cercare di recuperarne i più belli.
shilla…altre feste, altre tradizioni
Dopo questo pieno di eventi folkloristici, lasciamo San Luis e ci spostiamo a Shilla, altro rurale paesino di montagna dove risiede e opera padre Alessio, Bube per gli amici, il quale, oltre ad essere il parroco del paese è anche il responsabile della gestione dei quattro rifugi che l’Operazione Mato Grosso ha costruito e ha in gestione sulla Cordillera Blanca. Con lui ci eravamo contattati proprio per poter svolgere un periodo di lavoro volontario in uno di questi rifugi e da lui verremo mandati al rifugio Ishinca, dove inizierà per noi un’altra bellissima avventura!
Prima e dopo la nostra intensa parentesi in rifugio, caschiamo ancora una volta a pennello per assistere ad alcuni eventi importanti in paese: el día de la Bandera e la festa patronale di San Giovanni Battista (che coincidenza, stesso patrono della nostra Casnigo!).
Per il giorno della bandiera, giorno che celebra la valorosità nazionale dell’esercito peruviano durante la guerra contro il Cile (pur in occasione di una battaglia persa) , i bambini e i ragazzi delle scuole marciano in piazza al ritmo della banda. È stato sorprendente vedere, in un paesino come Shilla che dall’aspetto sembra di qualche casa o poco più, spuntare centinaia di bambini e ragazzi in divisa e marcianti. Un po’ meno bello è stato ascoltare le antiquate parole nazionaliste del sindaco e osservare tutta questa gioventù schierata come un esercito a marciare per tre ore intorno alla piazza.
Al nostro ritorno invece dal rifugio era in corso la festa patronale di San Giovanni Battista, con banchetti, musica e intrattenimento. Siamo arrivati giusto per non perderci…la corrida! Una piccola e falsa riproduzione delle vere lotte coi tori, con toreri vestiti da clown che all’arrivo del toro più grosso hanno ben pensato di svignarsela tutti lasciando il povero animale ad aggirarsi da solo e perplesso per l’arena! Il tutto accompagnato da instancabili bande che hanno suonato ininterrottamente ad accompagnare non solo i tori ma poi anche le danze e le bevute che si sono prolungate fino a tarda sera…non per niente a questa provincia fin dall’ottocento è stato dato l’appellativo di “borrachera” (ubriacona).
Lasciamo la zona della Cordillera con un po’ di malinconia, come ci succede spesso quando ci fermiamo per qualche settimana in un posto, e partiamo per la nostra ultima tappa peruviana: Trujillo.