31 MAR – 9 APR – COCHABAMBA tra il sacro e il profano

cochabamba, tra il sacro e il profano

mercati “stregati”, miniature votive da offrire alla madre terra, rituali ancestri…un sincretismo religioso dove il cattolicesimo si È mescolato ad antiche e originali credenze

un salto indietro: sucre e il trekking tra i villaggi della cultura jalq’a

Lasciata Potosì abbiamo raggiunto la vicina Sucre, capitale formale della Bolivia, nonostante la sede del governo sia a La Paz. Qui abbiamo raggiunto nuovamente i nostri amici francesi Charlotte e JP, i quali avevano pianificato di partire il giorno dopo per tre giorni di trekking in paesini sulle montagne, “famosi” per tessuti artigianali di cultura Jalqu’a. L’idea ci piace e decidiamo subito di aggregarci. Lasciamo parte dei bagagli nell’ostello di Sucre, compresa la macchina fotografica, per questione di sicurezza e di peso. E via! Sono stati tre giorni di cammino, natura incontaminata e incontri con gente di piccoli villaggi. Non racconto il percorso nel dettaglio, vi dico solo che siamo tornati in città a carico di un camion di bestiame che, depositate le vacche, carica le persone che dal villaggio di Quila Quila devono recarsi a Sucre. 30 km in due ore su una strada sterrata tagliata in mezzo alle montagne e senza protezione. VEDI VIDEO. Mancanza di soldi o adeguamento silenzioso? Quanto costerebbe alla gente richiedere un bus pubblico? Qual’è il confine tra la possibilità e la volontà? Altri enigmi della cultura boliviana…
Non avendo con noi la macchina fotografica, inseriremo qui alcuni piccoli scatti dell’amica Charlotte; questa invece la pagina del loro viaggio, altrettanto interessante https://www.facebook.com/charlotteetjp/
“SPECIALE FOTOGRAFIE DI CHARLOTTE SAUZEDDE”

ospiti di mirian a quillacollo (cochabamba)

Da Sucre ripartiamo alla volta di Cochabamba. Anche stavolta le cose non sono come dicono. Nel bus non c’è il bagno: tappa pipì per tutti in mezzo al prato nel cuore della notte. Inoltre ci era stato promesso di poter rimanere a riposare sul bus fino alle 7 del mattino, nonostante il bus arrivasse in stazione alle 5, ma non è così. Veniamo buttati fuori e dobbiamo aspettare che albeggi seduti su una fredda panchina. Buongiorno!
Si fa chiaro, salutiamo un’altra volta i nostri amici e prendiamo un bus per Quillacollo, cittadina limitrofa di Cochabamba, dove c’è Mirian ad attenderci. Mirian è sorella di Gladis, aiutante domestica dei miei nonni, ed è un altro di quei contatti partiti dall’italia e diventati realtà! Con Mirian ci siamo fermati quasi una settimana e ci siamo sentiti subito a casa…forse anche perché Mirian ha vissuto molti anni in Italia e aveva tantissimi racconti della Valseriana da condividere! Racconti di coraggio, di sfide e di difficoltà di donne e uomini disposti a lasciare tutto e ricostruirsi un pezzo di vita in un altro angolo del mondo.
A Quillacollo abbiamo potuto assaggiare un po’ di Bolivia “dall’interno”, nonché una quantità innumerevole di piatti prelibati! Mirian infatti gestisce, insieme alla figlia Stefany, un “comedor popolare”. I comedor sono piccoli ristoranti che offrono un pranzo a menù semi fisso (due zuppe e due secondi diversi ogni giorno) a prezzi accessibili per tutti e con un servizio immediato, anche take away (in termini di euro, circa due euro a testa per un pranzo completo, con zuppa e secondo). Le ore di apertura al pubblico sono poche, ma tutto il lavoro che ci sta prima e dopo è davvero tanto. È come se ogni giorno si dovesse cucinare per un grande pranzo di Natale! Niente scorciatoie, niente surgelati, niente lavastoviglie. Tutto fresco e fatto al momento…e mentre si finisce di pulire già si imbastiscono le cose per il giorno dopo. Tanto tanto impegno e tanto tempo per offrire un servizio di ottima qualità e alla portata di tutti. Bisognerebbe aprirne anche in Italia di posti così!
Aiutando Mirian abbiamo scoperto qualche segreto della cucina boliviana e abbiamo fatto conoscenza con frutta e verdura a noi ignota…ma assai gustosa. In particolare abbiamo aiutato nel giorno della “chuleta a la parrilla” (tipo bistecca alla griglia) , dove abbiamo aiutato a servire ai tavoli e ad allestire il barbecue, suscitando gli sguardi stupiti dei clienti che si chiedevano come mai al ristorante stessero lavorando due gringos!?!
In compagnia dell’instancabile Mirian abbiamo poi visitato Cochabamba e alcuni dei suoi dintorni. Siamo stati al Cristo di Cochabamba (sapevate che è più alto di quello di Rio de Janeiro?) , alla piazza centrale e al parco delle fontane di Aguas Dansantes, dove una serie di fontane colorate si muovono al ritmo di musica, lasciando spazio a passeggiate rilassanti ma anche a gavettoni e bagni improvvisati. Nei dintorni abbiamo poi visitato il paesino di Tarata, che ancora ha conservato il suo antico aspetto coloniale e dove abbiamo potuto assaggiare la Cicia originale! La Cicia è una bevanda alcolica a base di mais fermentato servito in caschi di zucca…attenzione a non rimanere con l’ultimo sorso di Cicia in mano altrimenti vi tocca pagare il giro successivo 😉
Siamo poi stati al parco e alla cascata di Pairumani, dove abbiamo potuto visitare la casa estiva di Patiño, uno dei baroni dello stagno di inizio ‘900. Attenzione, contrariamente alla mancanza di chiarezza e puntualità sugli orari tipica di molti posti e servizi Boliviani, qui la regola è ferrea e ben chiara: visita guidata una volta al giorno unicamente dalle 15 alle 15:45! Mai generalizzare insomma….

  • Cristo di Cochabamba

il “mercato stregato”

Nel passeggiare per la bella e caratteristica Quillacollo siamo passati ovviamente anche dal mercato. Un immenso pullulare di odori e di colori, dove oltre al cibo e alle solite mercanzie, c’è anche tutto un settore “stregato”. È infatti dedicato a tutti quei riti e quelle credenze popolari di origine pagana che oggigiorno coesistono col cattolicesimo e sono parte integrante della vita e della cultura della gente del posto. Offerte alla Pachamama (la madre terra), unguenti magici, saponi contro il malocchio, e così via. Il primo venerdì del mese è infatti tradizione accendere un piccolo falò, anche per strada, fuori casa tua, e fare un’offerta alla Vergine/Pachamama. L’offerta consiste di solito in miniature dei tuoi desideri o dei tuoi bisogni attuali fatti di pasta di zucchero: soldi, amore, fortuna, una casa, una macchina e via dicendo. L’offerta può poi essere arricchita da bevande, piccoli animali (soprattutto cuccioli di lama già morti) e erbe profumate. È interessante notare come in questi riti sia presente sempre il riconoscimento e ringraziamento per quello che si ha, che non è mai dato per scontato. Qui in Bolivia ci si sente sempre obbligati ad immergersi tra la magia pagana e i riti cristiani, una miscela di fede da respirare anche se non vuoi.


Dopo questi giorni intensi e ricchi di risate, lasciamo Cochabamba per dirigerci a La Paz, dove ci attendono altre avventure! Un grazie ancora di cuore a Mirian e Stefy per averci accolto e ospitato con grandissima disponibilità. Grazie anche a Beymar, Naty e il piccolo Sebastian per i momenti che abbiamo condiviso. Quante cose belle succedono semplicemente aprendo le porte della nostra casa…eppure quanto spesso siamo renitenti nel farlo!
  • Stefy, Mirian, Nadia, Naty, Sebastian